Batane e bitinade

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Rovigno è sempre stata rivolta verso il mare e la secolare tradizione peschereccia si è mantenuta fino al giorno d'oggi, quando la batana è diventata simbolo dell'armoniosa convivenza tra gli abitanti dell'antico centro storico e il paesaggio della costa adriatica. La batana è una barca in legno con il fondo piatto, lunga 4-6 metri ed è l'imbarcazione più diffusa a Rovigno. Riflette le usanze, le tradizioni, la lingua, le abitudini, la mentalità e lo spirito del luogo e della sua gente.

Durante i mesi estivi i turisti e i cittadini di Rovigno possono assistere dal vivo alla costruzione di una batana. Infatti, verso sera nel centro della città, sul piazzale di fronte al museo Casa della Batana, il calafato rovignese costruisce questa tipica imbarcazione, che viene calata in acqua nel corso dell'estate.

Inoltre, un paio di volte a settimana, i turisti hanno la possibilità di fare un giro in batana nell'ambito della manifestazione Sfilata delle batane illuminate con fanali e cena allo Spaccio. La sfilata inizia con la visita all'Ecomuseo Casa della batana, prosegue con il giro in batana attorno al centro storico della città per terminare con la cena, e il programma d'intrattenimento, accompagnato dal canto delle bitinade nella tradizionale taverna rovignese - Spaccio Matika. La tradizione della batana è inseparabile dalla tradizione musicale di Rovigno, che è rappresentata dalla bitinada - espressione originale della canzone popolare rovignese. Secondo la tradizione, la bitinada è nata tra i pescatori di Rovigno, che trascorrevano ore sulle loro barche intenti a pescare o a rammendare le reti.

Dal momento che non avevano le mani libere per suonare alcuno strumento musicale, trovarono il modo di ottenere con le sole voci lo stesso eccellente risultato di un'orchestra. Si tratta di un modo originale di armonizzare l'accompagnamento vocale del solista, qualsiasi canzone egli scelga di cantare, imitando gli strumenti musicali. Quando il solista o i solisti in un duetto intonano una melodia, i "bitinaduri" (così si definiscono i cantori di questo gruppo, che si compone di quindici o più elementi) ricorrono a tutte le loro abilità per imitare i suoni degli strumenti, come si trattasse di una vera e propria orchestra. Le singole esecuzioni sono di solito irripetibili, in quanto nate all'insegna dell'improvvisazione. L'Ecomuseo Casa della Batana, dedicato a questa barca in legno, è incluso nel Registro delle migliori pratiche per la conservazione del patrimonio culturale immateriale dell'UNESCO.